Quarta fatica per l’indie-rapper torinese Guglielmo Bruno, meglio conosciuto come Willie Peyote.
Un album che arriva a soli due anni di distanza da quel “Sindrome di Touret” che consacrò l’artista ad importante punto di riferimento della scena Indie italiana contemporanea.
come consuetudine, abbiamo ascoltato il disco tutto d’un fiato anche perché tutto d’un fiato è lo stile del cantante piemontese che – ed è sempre opportuno sottolinearlo, questo – oltre che rapper è anche e soprattutto fine cantautore.
E, ciò, considerando lo spessore di questi nuovi 12 testi che, ad un ascolto preciso ed attento, ci introducono – consolidandolo, semmai ve ne fosse ancora bisogno – l’attuale Peyote pensiero: quello di un ormai consapevole e maturo “over trenta” che si interroga sulle variegate sfaccettature dell’odierna società: dalla politica, passando per l’amore fino ad arrivare ad indagare l’attuale mondo dei social nonché il contemporaneo universo musicale.
Comments are closed.